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Autore: admin

5 Consigli per creare un spot TV efficace.

Cosa rende un spot TV efficace?

Gli spot TV più efficaci sono creati in modo tale che il pubblico ricordi non solo l’annuncio, ma anche il marchio e il messaggio dietro l’annuncio.

I tuoi spot TV devono innescare una connessione con il tuo marchio e il tuo pubblico. Senza questa connessione, il tuo marchio probabilmente non verrà ricordato, anche se la gente ricorda lo spot stesso. Uno spot memorabile non equivale a uno spot pubblicitario efficace. Come crei uno spot TV memorabile ed efficace?

Pensa a uno spot TV che ricordi. Alcuni esempi di spot TV efficaci: storico la spot TV della Barilla, chi non si ricorda lo slogan “dove c’è Barilla c’è casa”?!, tutto era incentrato sulle emozioni di familiarità e lo spot TV risultò tanto efficace che ancora oggi lo slogan e lo spot TV rimane nei nostri pensieri.

DUFTSTARS 2011, Deutscher Parfuempreis, im Tempodrom am 27.05.2011 in Berlin Foto by Bildschoen GmbH

Di cosa parlano questi annunci che attirano la nostra attenzione? Mentre leggi i suggerimenti di seguito, tieni a mente tutti questi spot TV memorabili.

Ecco alllora i 5 suggerimenti per una pubblicità TV di successo:

  1. Rappresenta chiaramente il tuo marchio: usando entrambi i segnali verbali e visivi, il nome del marchio, il logo e forse anche il prodotto stesso dovrebbero essere trasmessi in tutto lo spot. Non essere riservato e attendere fino alla fine dell’annuncio per mostrare il volto del tuo marchio.
  2. Crea una trama: le migliori pubblicità non vendono solo un prodotto o servizio; raccontano una storia. Che si tratti di una storia accorata o di una dose di umorismo o di satira, crea una trama alla quale il tuo pubblico possa collegarsi e connettersi.
  3. Sviluppa un personaggio o un tema: ciascuno degli spot pubblicitari sopra elencati non sono semplicemente annunci unici. Invece, sono una serie di annunci che portano gli stessi loro o caratteri in tutto. Questi personaggi o temi rafforzeranno la connessione del pubblico con il tuo marchio.
  4. Keep it Simple: hai solo 30 o 60 secondi per trasmettere il tuo messaggio e creare una connessione con il tuo pubblico. Mantieni il concetto generale e la trama della tua pubblicità semplice.
  5. Non risparmiare sulla qualità: la qualità è un elemento essenziale di uno annuncio TV efficace. La qualità non significa necessariamente che devi svuotare le tasche per la produzione di un annuncio. Ma utilizza un team di produzione cinematografica professionale per garantire la qualità del tuo annuncio pubblicitario. Come con qualsiasi campagna di marketing, è necessario iniziare con una solida strategia. Se non si dispone di un’immagine chiara della strategia di messaggistica del marchio, non si è pronti per creare uno spot TV. Invece, dedica del tempo a sviluppare una strategia chiara che può essere alla base della tua intera campagna di marketing, compresi gli spot televisivo.

La certificazione energetica

 Come si effettua una certificazione energetica?

Il certificato energetico, chiamato anche Attestato di prestazione energetica A.P.E. (prima del decreto 63/2013 era definito Attestato di Certificazione Energetica, A.C.E.), è un documento obbligatorio da redigere nei seguenti casi:
• Compravendita
• Locazione
• Nuova costruzione
• Ristrutturazione
• Ampliamento volumetrico
• Richiesta detrazioni fiscali (http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/)
• Edilizia pubblica

Dal 1º gennaio 2012 il certificato energetico è diventato obbligatorio anche per gli annunci immobiliari.

La certificazione energetica serve a definire l’Indice di Prestazione Energetica globale (EPgl) dell’immobile. Per fare ciò si esegue un sopralluogo (obbligatorio per legge) e si prendono in considerazione le caratteristiche architettoniche dell’edificio (involucro, la zona climatica, i ponti termici, ecc.) e la tipologia impiantistica (tipo di caldaia, presenza di pompe di calore, tipologia dei radiatori, ecc.).

A seguito di queste considerazioni e tramite diversi calcoli si ottiene il livello di consumo energetico dell’immobile indicato con delle lettere che vanno dalla A alla G. Il suo consumo energetico aumenta scendendo con le lettere: in classe G il consumo sarà maggiore ed in classe A sarà migliore, esistono quattro classi A: da A1 a A4, A4 è la migliore.

Lo scopo della certificazione energetica è di rendere più chiara la situazione dell’immobile a livello di consumo energetico all’acquirente o all’affittuario. Prima di acquistare un immobile è possibile conoscere il consumo energetico e sapere quali interventi migliorativi saranno necessari per poter migliorare l’immobile.

Il certificato deve essere redatto e rilasciato da un soggetto certificatore abilitato secondo la normativa vigente: il certificatore energetico.

certificazione energetica

C’è una normativa da rispettare quando si parla di certificazione energetica?

Dal 1° Ottobre 2015 è entrata in vigore la nuova normativa (D.M. 26/06/2015 – Adeguamento del decreto del Ministero dello sviluppo economico, 26/06/2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici).

A mutare sono le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e l’attestato di prestazione energetica è uniforme su tutto il territorio nazionale.

Grazie alla nuova normativa si ha in tutta Italia (eccetto le province autonome) una metodologia omogenea per definire le classi degli edifici. Anche il formato grafico è lo stesso per tutte le regioni

A seguito di questi cambiamenti è diventato molto più complesso redigere la certificazione energetica (o Attestato di Prestazione Energetica – APE), pertanto si consiglia di porre molta attenzione a comprare certificati energetici low cost (solitamente al di sotto dei 150€).

 

Il rosa: colore trend per l’estate 2018!

Tra i colori più gettonati delle passerelle il rosa diventa cool nelle giornate di sole

Considerato per anni uno dei colori meno adatti per gli outfit di moda, il rosa è tornato ad essere protagonista dei look estivi. Tutte le sfumature del rosa sono oggi adorate dalle più fashioniste che già lo scorso anno erano impazzite per il Millennial Pink.

Al rosa baby si sono aggiunte le nuove nuance lanciate da Pantone per il 2018:

. l’Almost Mauve simile al malva ma in una sfumatura più soft tendente al cipria, uno dei colori più chic da abbinare con l’arancio ed il beige.

. il Blooming Dahlia che come dice il nome, ricorda il colore del fiore, assolutamente perfetto per gli accessori. L’abbinamento più fashion è quello con il bianco come quello scelto per Frida la crossbody bag di Monrob http://monrob.it/shop/it/home/52-m5136.html in morbida pelle di vitello con mano naturale e finitura lucida. Se siete abituate a indossare la borsa a tracolla, questa ne ha una regolabile e rimovibile. E’ tra i modelli più amati dalle influencer che ne hanno decretato il successo sui social.

. il Pink Lavender a metà tra il rosa e il lilla, ricercatissimo e molto romantico. Se decidete di usarlo per una t-shirt, abbinatelo al grigio piombo o al denim per sfuggire ad un look troppo teen!

borsa rosa

Insomma il total pink ha contaminato l’estate 2018 con il suo mood delicato, dal cipria al fucsia fino all’Ultra Violet, qualsiasi accessorio si trasforma in must have. Il rosa sembra diventato una ossessione non solo per le borse come la Frida di Monrob – che potete personalizzare online cambiando la pattina con un altro colore – ma anche per le sneakers, adesso nelle versioni ultralight lanciate nei colori pastello.

Il colore più femminile del mondo, è una delle sfumature più versatili, mettendo da parte lo stile Barbie (da evitare sempre!), il rosa è favoloso soprattutto nei dettagli delle scarpe: sandali e tacchi alti si rinnovano con un tocco di sofisticato rosa, gli ankle boots perdono di aggressività se smorzati da dettagli luminosi, slippers, espadrillas e mocassini creano il giusto mix nei look più rigorosi.

La moda ne ha una vera ossessione, e se l’anno scorso eravamo invasi dai fenicotteri rosa, l’estate 2018 sembra essersi trasformata in un giardino tropicale tutto in rosa, creando una palette di colori direttamente rubati dai fiori e dalle piante.

Il verde dei cactus ed il giallo degli ananas (i due simboli di questa estate) trovano nelle sfumature rosate l’abbinamento perfetto. Nel beachwear per esempio, dove i pattern floreali si mischiano a composizioni grafiche che virano al rosso corallo e al giallo brillante.

Adesso possiamo dire che siamo pronte per le vacanze: una borsa rosa di Monrob, una t-shirt grigia, sandali flat e un make-up con le tonalità più intense e brillanti, perché il rosa dona a tutte, è un colore universale che non ci tradirà mai … dopotutto è il nostro colore!

Energia rinnovabile: cosa c’è da sapere

La società e l’ambiente hanno tutto da guadagnare dalle energie rinnovabili. Si tratta di una rotta che porterà ad avere una simbiosi vera con la natura, dove l’uomo sfrutterà le risorse della natura senza danneggiarla. Ciò vorrà dire meno inquinamento, gas serra, evitare lo scioglimento dei ghiacciai per non parlare dell’inquinamento della terra in cui noi coltiviamo ciò che mangiamo e alleviamo i nostri animali. Dobbiamo prendere atto del fatto che le risorse finora utilizzate non sono eterne, i combustibili fossili si esauriranno. Per l’uomo di conseguenza vorrà dire vivere in un mondo più pulito, più sano e senza timore di ingerire sostanze nocive derivate dall’uomo. Oltre a ciò si aggiunge comunque un fattore economico che ci renderebbe indipendenti dalle potenze petrolifere o gassificatrici con un conseguente e notevole risparmio.

Le energie rinnovabili avranno un futuro roseo, è l’impronta che si evince dal comportamento che la società sta intraprendendo e che gli stati stanno cercando di impostare attraverso leggi e normative. Il fotovoltaico in particolare non sta godendo di molta fama attualmente. Ha avuto un forte exploit anni fa grazie agli incentivi statali, dopodiché è stato un graduale calo. Ad oggi il fotovoltaico è troppo caro per le tasche dei consumatori i quali, pur comprendendo i vantaggi, non hanno a disposizione tanto denaro da investire. Fortunatamente sistemi integrati di gestione dell’energia e dell’automazione, sia civile che industriale, stanno diventando sempre più comuni grazie anche ai sistemi di incentivazione promossi dallo stato e dall’Europa. Questo mondo sta generando tantissime opportunità e posti di lavoro, è un mondo in continua evoluzione dove tecnologia e natura lavorano insieme. Le potenzialità sono tantissime.

Ideensammlung - Erneuerbare Energien

L’energia geotermica

L’energia geotermica è un mondo veramente affascinante. È una fonte difficile da raggiungere ma il gioco vale la candela. Purtroppo gli studi, i permessi e i lavori da effettuare sono tanti e ad oggi troppo costosi, ma anch’esso, come tutte le risorse rinnovabili, sta trovando il proprio spazio, la domanda fa calare il prezzo e l’esperienza ci guida verso normative ben scritte, permessi più semplici da ottenere e manodopera sempre più specializzata e competente. Tecnicamente è normato dal Dlgs 11 febbraio 2010 n. 22 e dal Dlgs 3 marzo 2011, n. 28, e servono permessi del comune per opere di trivellazione del terreno fino a 100 metri di profondità e uno studio di fattibilità del terreno di costruzione e installazione dell’impianto geotermico. Come si può evincere è un pò più complesso di un normale impianto e tendenzialmente è proprio questo l’aspetto scoraggiante. In realtà il geotermico ha un rendimento altissimo, in grado di ammortizzare l’investimento e gli sforzi nel giro di brevissimo tempo garantendo una fonte inesauribile, poiché non consuma una fonte ma ne sfrutta solo il calore.

 

Come fare a giocare d’anticipo e proteggersi dalla muffa?

Esistono essenzialmente due tipologie di miffa: quella generata dall’umidità di risalita a quella generata da umidità da condensa.

In termini semplici, l’umidità di risalita è quella che si forma a causa dell’acqua che, appunto, risale per capillarità all’interno del muro da sotto il livello del pavimento, quando il muro non è stato adeguatamente isolato dal terreno su cui poggia. Caratteristica manifestazione dell’umidità di risalita è il deterioramento dell’intonaco nella parte bassa del muro, con possibile formazione di efflorescenze saline sotto forma di “barbette”. L’umidità da condensa, invece, è dovuta alla formazione appunto di condensa sulla muratura. La condensa si forma quando la differenza termica tra l’aria ambientale e il muro è alta, cioè quando il muro è freddo e l’aria ambientale, naturalmente umida, è calda; per esempio è quello che succede quanto prendiamo una bottiglia d’acqua dal frigorifero: questa si bagna esternamente poiché il vapore acqueo contenuto nell’aria intorno alla bottiglia si raffredda e passa dallo stato gassoso (vapore) allo stato liquido (acqua). Nello stesso modo, l’acqua presente nell’aria condensa sul muro freddo, bagnandolo e creando l’ambiente ideale per la formazione e proliferazione di muffe.

Nel caso dell’umidità di risalita, per giocare d’anticipo è necessario isolare adeguatamente il muro dal terreno sottostante in fase di costruzione dell’edificio o di ristrutturazione dello stesso. Nel primo caso, la costruzione ex novo, l’isolamento viene effettuato con la posa di una guaina isolante tra il terreno e la muratura; nel secondo caso, la ristrutturazione, è possibile evitare i futuri danni alla muratura dovuti all’umidità di risalita con la realizzazione di un impianto elettrosmotico o, in alternativa, qualora la parte di muratura soggetta ad umidità di risalita fosse di piccole dimensioni, con la realizzazione di una barriera chimica tramite iniezione di resine e successiva applicazione di intonaco deumidificante. L’importante è risolvere sempre il problema alla radice e quindi creare un impedimento all’acqua di risalire all’interno del muro e non affidarsi a qualche prodotto superficiale che limiti il danno.

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Nel caso dell’umidità da condensa, ci sono diversi accorgimenti che possono essere adottati per evitare o quanto meno limitare questa problematica, ad esempio limitare il divario termico tra l’ambiente e la muratura mantenendo una temperatura domestica non troppo elevata e costante, cercando di limitare il più possibile la creazione di aria umida all’interno della casa (è consigliabile cambiare aria per poco tempo ma più volte nell’arco della giornata). Nel caso di murature esposte a nord, e quindi particolarmente fredde, o non coibentate con cappotti esterni, è possibile applicare una pannellatura isolante di minimo spessore, successivamente rasata e tinteggiata con pittura termica: questo tipo di intervento consente il rialzo della temperatura della superficie della parete ed evita quindi quella differenza termica tra muro e ambiente causa di condensa e la conseguente formazione di muffe.

 

6 cose da fare e vedere a Bari

Sebbene sia un importante centro commerciale e industriale, l’affollata città portuale di Bari ha molto da affascinare i turisti che la attraversano durante il loro viaggio verso la Grecia o i porti dell’Adriatico orientale.

Oggi Bari sembra quasi come due città separate, con il suo pittoresco centro storico e le attrazioni storiche affollate in un labirinto di stradine alla fine di un penisola, e la nuova città spaziosa di ampi viali che si estende a sud. Il trafficato Corso Vittorio Emanuele II separa la città nuova dal vecchio

Ecco allora qualche attrazione storica e non per divertirsi a Bari:

1 San Nicola

La basilica che fu costruita per ospitare le reliquie di San Nicola è a prima vista semplice, massiccia e alquanto proibitiva. Ma uno sguardo ravvicinato rivela dettagli accattivanti nelle incisioni attorno ai suoi portali, dove gli animali di pietra sembrano custodire gli ingressi. La grande chiesa di pellegrinaggio fu iniziata nel 1087 e completata nel 1197, una delle più belle conquiste dell’architettura romanica in Puglia.

2 Bari Vecchia (centro storico)

Le strade strette della città vecchia, alcune delle quali più simili a vicoli, si intrecciano in un labirinto atmosferico mentre girano e girano attraverso la stretta penisola all’estremità settentrionale di Bari. Tra le sue pittoresche vecchie case ci sono diverse dozzine di chiese e ancora più santuari nascosti tra le sue mura e le sue minuscole piazze. È facile perdersi, ma l’area è abbastanza piccola da essere sicura di trovare la via d’uscita in fretta o di venire alla cattedrale o a San Nicola.

3 Castello

Sul lato ovest del centro storico si trova il Castello (castello), in origine un edificio bizantino-romanico, ricostruito da Federico II nel 1233 in stile normanno-svevo. Bona Sforza lo trasformò in un palazzo nel 16 ° secolo, aggiungendo i bastioni e le torri angolari sopra il fossato. Più tardi, è stato utilizzato come prigione e stazione di segnale. Due torri della struttura normanna sono ancora lì. L’edificio ospita ora un interessante museo con copie di sculture pugliese-normanne e mostre d’arte temporanee.

4 Lungomare Nazario Sauro: una passeggiata sul lungomare

Il Lungomare Augusto Imperatore segue la sponda orientale del centro storico fino alla Mole San Antonio, dove un piccolo fortino è stato trasformato in una galleria per l’arte moderna. Oltre questo c’è un altro lungomare, il Lungomare Nazario Sauro, una magnifica terrazza sul lungomare che costeggia il vecchio porto, il Porto Vecchio. Vieni qui al mattino per vedere i pescatori scaricare e vendere le loro catture al molo, o in qualsiasi momento a vedere le colorate barche nel porto.

5 Tra i tanti Club e Pub, vi consiglio “Club 1799”

Una chicca per gli amanti della musica dal vivo, soprattutto jazz, per godersi splendidi concerti nell’atmosfera di una vecchia cantina in pietra viva. Il locale prevede “concerti” dal vivo di musicisti (ogni sabato) molto spesso giunti dall’estero, nell’intimità di un ambiente raccolto e di una luce rarefatta. Ideale anche per una cena romantica (prima del concerto) o, nei giorni infrasettimanali, per un aperitivo o una birra accompagnati da un ottimo sottofondo musicale. Buoni i piatti tipici e gli snack “locali”, ottima scelta di vini e birre.

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6 Una notte alternativa con escort Bari

Se cerchi momenti di vero relax in compagnia di una ragazza raffinata ma allo stesso tempo solare, simpatica e dolce, potrai chiamare per una serata alternativa, dove l’unica cosa che dovrai preoccuparti è di divertirti e godere di momenti unici.

Amianto: pericolosità e incentivi alla rimozione

L’amianto è un materiale costituito da fibre che hanno la caratteristica di dividersi longitudinalmente, per cui mantiene questo suo aspetto fino alla dimensione di alcuni centesimi di micron (un micron è un millesimo di millimetro): per questo è così pericoloso se inalato, infatti può entrare in profondità negli alveoli polmonari. Tuttavia è pericoloso solo quando le fibre di cui è composto vengono inalate, in quanto l’amianto non emette radiazioni o gas tossici.

I rischi per la salute dovuti all’uso dell’amianto derivano dal possibile rilascio di fibre microscopiche dai materiali all’ambiente. Queste fibre disperse in aria possono essere inalate dall’uomo e le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all’apparato respiratorio.

I materiali più pericolosi sono quelli che rilasciano facilmente le fibre in aria e cioè quelli friabili, mentre molto più difficilmente le fibre sono cedute dai materiali compatti. Pertanto il cemento-amianto (eternit), essendo un materiale compatto, è molto meno pericoloso dei materiali friabili. maggiori livelli di rischio si sono riscontrati negli ambienti di lavoro dove l’amianto veniva manipolato (produzione di cemento-amianto, spruzzatura di edifici o di mezzi di trasporto come i treni e le navi, produzione di tessuti, ecc.) e negli ambienti di vita dove è presente amianto spruzzato in cattivo stato di conservazione. Per i materiali contenenti amianto compatto come le coperture degli edifici in cemento-amianto (eternit) il rischio è, in generale, molto basso ed è comunque legato allo stato di manutenzione dei materiali. I materiali contenenti amianto compatto possono diventare un rischio se abrasi o danneggiati.

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Lo smaltimento dell’amianto avviene in 3 fasi:

PRIMA FASE:
Incapsulamento: possono essere impiegati prodotti impregnanti, che penetrano nel materiale legando le fibre di amianto tra loro, con la matrice cementizia e prodotti ricoprenti, che formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto.

SECONDA FASE
I manufatti in cemento-amianto rimossi, dovranno essere avvolti in teli di polietilene di adeguato spessore, etichettati, e tramite un trasportatore autorizzato verranno conferite in discarica autorizzata, unitamente al materiale d’uso (tute, filtri, materiale aspirato) anch’esso insaccato e sigillato.

TERZA FASE
Al termine dei lavori il materiale rimosso deve essere trasportato in un centro di stoccaggio o direttamente in discarica. Al proprietario deve poi tornare entro 90 giorni una copia del Fir (formulario di identificazione rifiuti), che attesta il conferimento presso una discarica autorizzata, l’efficacia e l’integrità dei trattamenti stessi.

L’amianto e la sua rimozione comportano una serie di incentivi che possono notevolmente alleviare la spesa.
Molto spesso a scoraggiare i privati dal procedere nell’opera di rimozione sono proprio i costi troppo elevati che essa può comportare. Mettere in sicurezza i manufatti incriminati o rimuoverli del tutto per poi trasportarli in discarica, presenta costi notevoli, che soprattutto in un momento di crisi come l’attuale possono diventare difficilmente sostenibili.

L’amianto, con la rimozione e i relativi incentivi, è ormai oggetto di un dibattito di lunga data.
A partire dall’aliquota agevolata al 10%, che in troppi sembrano dare per scontata, quando invece dovrebbero essere fatti alcuni distinguo. Essa, infatti, spetta soltanto nel caso in cui l’intervento in questione vada a interessare edifici a prevalente destinazione abitativa, ovvero quelli ove sia presente almeno il 50% di abitazioni.
Va inoltre ricordato che gli interventi devono essere di manutenzione ordinaria e straordinaria ed essere eseguiti da una ditta provvista di autorizzazione. Soltanto in questo caso, l’aliquota agevolata del 10% è assolutamente fuori discussione.
Peraltro, nel caso che il lavoro venga fatto in regime di subappalto, l’impresa che fornisce il lavoro dovrà fatturare con aliquota normale e in questo caso la fattura deve essere intestata all’appaltatore, il quale a sua volta potrà applicare l’aliquota Iva al 10% per la rimozione dell’amianto al committente.

La rimozione gode di incentivi ben precisi: sono quelli relativi ai bonus per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, che possono oscillare dal 50 al 65% della cifra totale e che sono stati validi fino al 31 dicembre 2015. Erogati sotto forma di detrazioni fiscali, vanno divisi in dieci tranche annuali di pari importo, che saranno scalate sulla dichiarazione dei redditi.
Grazie a questi incentivi la rimozione dell’amianto può vedere notevolmente abbattuta la spesa, consentendo di regalare sicurezza ai propri familiari senza sottoporli a un rischio elevatissimo, Al riguardo ricordiamo che le operazioni di rimozione vanno compiute da ditte specializzate.

 

Come costruire un sito aziendale che contribuisca allo sviluppo della propria azienda?

Qui di seguito vedremo quali sono le regole per costruire un sito aziendale che faccia sentire i propri clienti accolti e che migliori il proprio business.

Un’azienda che ai giorni nostri non abbia un sito web online è quasi come se non esistesse, infatti essere presenti sul web è fondamentale per farsi conoscere e per aumentare la propria visibilità.

L’importanza di un sito web per una azienda varia in base alla tipologia di azienda ed alla tipologia di beni e/o servizi che la stessa offre. Per un’azienda  operante su di un mercato B2B generalmente il sito web svolge una funzione d’immagine, di prestigio per il o i propri brand.

Si può affermare, usando una metafora, che un sito web svolge la stessa funzione di una sala riunioni accogliente, un tour guidato in azienda, un catalogo illustrato o dei gadget promozionali: accoglie i suoi clienti ed i suoi potenziali clienti, cercando di far si che questi si sentano compresi ed al sicuro e che sviluppino un’immagine positiva della realtà aziendale che il sito presenta.

Non è raro comunque che anche un’attività B2B possa utilizzare il proprio sito per ricevere ordini online o addirittura esporre e vendere alcuni suoi prodotti nuovi od usati.

Per quanto riguarda le aziende e le attività commerciali B2C, il sito web ha moltissime funzioni: esso promuove e fa conoscere il proprio brand, i beni ed i servizi offerti, fidelizza ed informa i cliente tramite newsletter periodiche, offerte e promozioni e crea opportunità su mercati geograficamente lontani, che diversamente sarebbero raggiungibili solo con strutture commerciali richiedenti investimenti considerevoli e in moltissimi casi offre l’opportunità di vendere direttamente online.

Il sito web, dunque, svolge un ruolo di primaria importanza nel contribuire al successo di un’azienda.

Come deve essere strutturato un sito aziendale?

Per sviluppare un sito web che abbia una certa efficacia, occorre che un webmaster studi l’azienda che richiede di costruirle un sito ed in base alle peculiarità della stessa il sito sarà strutturato come un vestito su misura. L’immediatezza e la semplicità della comunicazione sono caratteristiche fondamentali in qualsiasi caso.

Fondamentale è che un sito web sia strutturato in modo da risultare piacevole alla vista e facilmente fruibile dai navigatori; tuttavia queste due caratteristiche non sono le uniche che devono essere implementate affinché il sito abbia successo.

Un buon webmaster quando sviluppa un sito web sa perfettamente che i soggetti per i quali sta sviluppando un sito sono due, il primo è l’utente, il quale guarda il sito con gli occhi, i secondi invece sono i motori di ricerca, i quali visualizzano e indicizzano il sito tramite i robot/spider.

I robot/spider sono dei software che navigano in Internet autonomamente, visitano i siti e ne memorizzano la struttura, ergo li rendono visibili ai navigatori tramite le pagine di ricerca dei motori.

Se si lavora come webmaster è importantissimo tenersi costantemente informati su quali sono le novità del settore, infatti negli ultimi 10 anni la rete Internet e le metodologie di sviluppo web hanno subìto numerosi e radicali cambiamenti, e di conseguenza anche il modo di fare SEO  è cambiato e cambia in maniera veloce e continua.

Tali evoluzioni sono in costante addivenire e hanno un ritmo incalzante, ma sono un bagaglio professionale indispensabile ad ogni buon professionista del settore.

Un esempio su tanti è l’avvento delle tecniche responsive nello sviluppo dei siti web che si è affermato tra il 2012 ed il 2013.

sito aziendale

Responsive è un aggettivo che  indica semplicemente un sito web il quale per sua natura ha la capacità di adeguarsi e modificarsi in relazione al display del device col quale viene visualizzato. In altre parole, il sito responsive viene visualizzato in modo ottimale adeguandosi automaticamente al display del vostro smartphone, del vostro computer o tablet.

Tale tecnica si è affermata in quanto si è visto che il numero di visitatori che si reca su un sito utilizzando il suo smartphone o tablet è in constante aumento, e quindi è essenziale che i siti internet siano ottimizzati per mobile, al fine di essere facilmente consultabili anche su dispositivi che abbiano un display di dimensioni inferiori e le quali proporzioni siano diverse rispetto a quelle dei classici computer.

 

Come pulire il forno con rimedi naturali

Ecco qualche idea per pulire il forno con rimedi naturali.

Il forno è senz’altro uno tra gli elettrodomestici più usati. A causa del suo uso pressoché quotidiano, il forno ha bisogno di una pulizia costante e approfondita. In questo articolo andremo a vedere come pulire il forno con prodotti naturali che ognuno di noi ha senza dubbio in casa.

Va subito precisato che esistono anche prodotti per pulire il forno di natura chimica e industriale. Tuttavia, l’operazione per sgrassare il forno può essere compiuta benissimo anche con prodotti naturali, tra i quali, senza dubbio, spicca l’aceto per pulire.

Ecco riportati di seguito le procedure su come pulire il forno con rimedi naturali. Se poi avete bisogno di pulizie più approfondite per tutta la vostra abitazione, non esitate a contattare i migliori esperti della zona.

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Per sapere come pulire il forno con prodotti naturali e di consumo diffuso, seguite questa lista di prodotti per pulire il forno di origine naturale e di facile reperibilità, evitando così di usare dei prodotti chimici ed industriali. Tra i prodotti per pulire il forno più comuni e di tipo naturale troviamo:

  • il limone: prodotto utile per eliminare i cattivi odori ma anche alcuni batteri, il succo di limone deve essere passato all’interno della superficie dell’elettrodomestico, in modo che si possa sgrassare il forno con un po’ di “olio di gomito”;
  • il sale grosso: altro tra i prodotti per pulire il forno di origine naturale, il sale grosso disciolto in poca acqua è molto utile se applicato sulle incrostazioni di bruciato; risulta particolarmente efficace se unito ad una porzione di bicarbonato;
  • l’aceto bianco da cucina: l’aceto per pulire è un prodotto che vanta ottime qualità disinfettanti oltre che essere un buon prodotto per sgrassare il forno; vediamo nel dettaglio come pulire il forno utilizzando l’aceto per pulire.

L’aceto per pulire è, come detto, un ottimo prodotto per sgrassare il forno, ma che ha anche proprietà disinfettanti. Per imparare come pulire il forno con l’aceto bianco da cucina basterà mettere un mezzo bicchiere di aceto in un bicchiere di acqua calda e portare la soluzione ad ebollizione; una volta che la soluzione di acqua ed aceto bollirà, spostate la pentola e mettetela all’interno del vostro forno preriscaldato ad una temperatura di circa 100°; lasciate infine agire la soluzione per circa 15 minuti, in modo che l’aceto possa agire sulle superfici sgrassandole.

Una volta che l’aceto avrà agito potete spegnere il forno e far raffreddare la soluzione, la quale dovrà poi essere riutilizzata e passata con una spugnetta sulle superfici direttamente. Questa azione, oltre che eliminare eventuali incrostature, contribuirà a lucidare le pareti del vostro forno e ad eliminare gli eventuali cattivi odori.

Igiene dentale: perché e così importante?

Molto spesso ci chiediamo, quanto spesso dobbiamo fare l’ igiene dentale; sappiamo della regola “ogni sei mesi”, ma dovrebbe applicarsi a tutti?

Come possiamo capire, non esiste una regola per ogni persona, la variabilità degli stili di vita e degli inneschi ambientali sono fattori influenti.

Perché allora si dice che dobbiamo fare l’ igiene dentale ogni 6 mesi?

Bene, i dentisti, hanno deciso, come gruppo di operatori sanitari preoccupati per la salute dei propri pazienti, che è nel migliore interesse eseguire un igiene dentale almeno ogni 6 mesi, a parte casi particolari.

Ogni persona, che abbia dei bei denti o meno, che le sue gengive siano sane o meno, che accumuli un sacco di placca e tartaro o meno, che sia il miglior brusher e usi filo interdentale tutti i giorni, oppure no, tutti hanno bisogno di effettuare una igiene dentale almeno ogni 6 mesi.

Tartaro e placca si formano in bocca a ritmi diversi, ad esempio possono esserci persone che dopo un igiene dentale, si ritrovano dopo 2/3 mesi con già formazione di tartaro sui denti; mentre altri che necessitano di una pulizia dentale solo una volta l’anno.

Cosa fa’ un igienista dentale?

Gli igienisti dentali sono appositamente formati per lavorare come parte del team odontoiatrico, per dare assistenza ai pazienti, svolgendo un ruolo importante nella cura della salute dentale e si occupano principalmente della salute dentale preventiva e del trattamento delle malattie gengivali e contribuendo a mantenere sani denti e gengive.

Il lavoro principale dell’igienista è prevenire e curare le malattie gengivali.

Questo include la pulizia professionale dei denti rimuovendo la placca e il tartaro (di solito chiamato “scala e lucidatura” o una profilassi).

Tuttavia, forse il loro ruolo più importante è mostrarti il modo migliore per tenere i denti liberi dalla placca.

La placca è un rivestimento appiccicoso che si forma costantemente sui tuoi denti.

Gli igienisti danno anche consigli sulla dieta e sulla prevenzione della carie.

Lo sbiancamento dei denti è spesso eseguito dall’igienista dentale, su prescrizione del dentista.

igiene dentale

Perché l’ igiene dentale è importante?

Una regolare pulizia professionale per rimuovere la placca e il tartaro, combinata con la cura corretta dei denti e delle gengive a casa, ti aiuterà a mantenere la bocca sana. Una bocca sana e pulita migliorerà il tuo aspetto, ti aiuterà ad allungare la longevità dei tuoi denti e ti darà un alito fresco.

L’igiene dentale può prevenire le malattie dentali?

La rimozione dei depositi di tartaro che si accumulano sui denti e i consigli che insegnano come impedirne il ritorno, sono ottimi alleati per rallentare il progresso delle malattie gengivali.

Parlando con il cliente delle proprie abitudini alimentari e raccomandando altre misure preventive, l’igienista può aiutarti a mantenere una routine che rallenti la carie.

Visite e consigli regolari ti aiuteranno a rafforzare la tua sicurezza nel mantenere la bocca sana.