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Autore: admin

Vendita auto incidentate

Dopo un sinistro che ha irrimediabilmente danneggiato il proprio veicolo, molto spesso si pensa alla rottamazione di quest’ultimo in modo da liberarsene in maniera semplice e veloce. In realtà, molto spesso, la vendita potrebbe risultare allo stesso modo celere e garantendo anche un buon introito al proprietario che riuscirebbe così a ridurre i costi per l’eventuale acquisto di un’auto nuova.

Grazie ai numerosi siti internet che si occupano di compravendita di automobili ed ai numerosi marketplace presenti sui social network risulterà davvero semplice reperire un acquirente inauto sinistrate tutta sicurezza. Oggigiorno vi sono infatti numerose persone interessate ad acquistare auto incidentate per potervi ricavare dei pezzi di ricambio oppure, se possibile, per rimetterle a nuovo e quindi utilizzarle o rivenderle. Ovviamente il profitto che proprietario può ricavare varia in base allo stato del veicolo e delle singole parti ancora funzionanti.

Molto spesso alcuni pezzi possono avere una valutazione alta perché si tratta di pezzi ormai non più in produzione o perché comunque di difficile reperibilità presso gli autoricambi. In virtù di ciò è molto semplice trovare su internet numerosi annunci dal titolo:” Acquisto auto incidentate”.

I motivi dell’aumento del mercato delle auto sinistrate

Negli ultimi anni si sta riscontrando un importante aumento della fetta di mercato legata alla vendita di auto sinistrate, anche in cattivo stato. Certamente la crisi economica ha spinto molto soggetti, determinare a risparmiare, a scegliere di comprare un’auto danneggiata per poterla rimettere in sesto, oppure semplicemente per ricavare dei pezzi di ricambio per riparare il proprio autoveicolo. Un altro importante impulso al mercato delle auto sinistrate è certamente derivato dalla crisi economica susseguente a i vari lockdown dovuti alla pandemia da covid-19.

A dimostrazione dell’enorme mercato che ruota intorno alla compravendita di pezzi di ricambio usati, derivanti da auto incidentate, vi è il fatto che spesso gli autodemolitori ai quali ci si rivolge per rottamare il proprio veicolo, prima di eseguire la demolizione, cercano all’interno del veicolo dalle parti in buono stato che ritengono di poter vendere in un secondo momento. A molti sarà capitato di rivolgersi ad un autodemolitore per reperire un pezzo di ricambio altrimenti introvabile oppure eccessivamente costoso se acquistato nuovo presso il produttore.

La vendita di un’automobile incidentata, oltre ai benefici economici sopra indicati, può costituire anche una scelta ecosostenibile, in quanto anziché andare a creare nuovi rifiuti si dà un nuovo ciclo vitale ad elementi che altrimenti avrebbero semplicemente portato ad un aumento della quantità di rifiuti prodotta.

 

Come effettuare la vendita

Per vendere il proprio veicolo la strada più semplice da seguire è certamente online. Numerosi siti offrono la possibilità di inserire il proprio annuncio personalizzato, in alternativa si possono cercare annunci di persone interessate all’acquisto di auto incidentate. Anche per la valutazione del veicolo la rete offre diverse soluzioni, molti siti infatti mettono a disposizione la valutazione dei propri esperti che, in pochissimo tempo, riescono a calcolare una stima abbastanza precisa del veicolo che si intende vendere, in base al suo stato o alla presenza di eventuali pezzi di ricambio in buone condizioni.

Consigli per perdere peso in modo sano

Perdere peso può essere estremamente difficile, specie se non si sta attenti al regime alimentare. In molti infatti, erroneamente, credono che per poter perdere peso basta eliminare tutto e digiunare, in questo modo però si rischia di peggiorare le situazione.

La prima cosa da salvaguardare quando ci si mette a dieta è la salute, non occorre fare vere e proprie penitenze alimentari per buttare giù qualche kg ed evitare il tanto odiato effetto yo-yo.

Ovvero l’oscillazione del peso che si verifica quando si seguono diete ipocaloriche ripetute nel tempo. Perdere peso in modo sano richiede un’ottima dose di pazienza e di volontà, è fondamentale infatti non credere a pubblicità farlocche che promettono risultati incredibili in pochissimo tempo e senza nessun sforzo.

Programmare la propria dieta

Il primo passo da fare se si ha intenzione di perdere peso in modo sano e di salvaguardare la propria salute è parlare con il proprio medico di base.perdere peso

Quest’ultimo infatti conosce benissimo le caratteristiche de corpo dei propri pazienti, inoltre potrà indicare anche se sia effettivamente necessario mettersi a dieta oppure no. In alcune condizioni (si pensi alle donne incinte oppure a chi soffre di determinate patologie) è sconsigliabile mettersi a dieta. In poche parole, prima di mettersi a dieta, è sempre consigliabile fare una chiacchierata con il proprio medico di fiducia.

Fissare obiettivi realistici

Quando ci si mette a dieta la parola d’ordine è “essere realistici” non si può pensare di perdere 10 o 20 kg in un mese di dieta. È importante infatti concedersi tutto il tempo necessario per raggiungere il peso corporeo desiderato, gli esperti sottolineano che il massimo dell’aspettativa non dovrebbe andare oltre 1 kg a settimana.

Sebbene esistono molte diete, specie quelle lanciate da tormentoni del web, che promettono di far perdere decine e decine di kg in pochi giorni, è sempre consigliabile rivolgersi ad un vero e proprio professionista del settore come ad esempio un nutrizionista o un dietologo.

Se si ha intenzione di intensificare il processo di perdita del peso e di raggiungere prima i risultati prefissati, allora è necessario abbinare alla dieta anche un po’ di attività fisica ad esempio un giro in bici una volta tanto oppure qualche corsetta settimanale.

Determinare il fabbisogno calorico in modo esatto

Stabilire il fabbisogno giornaliero di calorie in modo errato può non solo essere altamente pregiudizievole per la salute, ma può essere anche controproducente.

Il corpo infatti quando non assume calorie sufficienti tende a immagazzinare il cibo precedentemente ingerito e a trasformarlo in grasso anziché smaltirlo.

Il corpo umano è una sorta di macchina che per poter funzionare necessita di essere alimentata. Ovviamente la quantità di calorie varia da persona a persona, chi conduce uno stile di vita sedentario ha bisogno di minor calorie rispetto a chi conduce uno stile di vita attivo, pratica sport ecc. Per poter quantificare il fabbisogno calorico con estrema precisione, è necessario rivolgersi ad un professionista, anche il proprio medico di fiducia potrebbe essere utile in tal senso.

Infine, è necessario considerare la dieta non come una sorta di punizione, ogni tanto infatti è consigliabile concedersi un piccolo sfizio (magari un cioccolatino fondente o uno yogurt con poco zucchero) in modo da stemperare la tensione.

Diritto all’oblio, eliminare i risultati negativi da Google

Nell’era della comunicazione digitale è frequente trovare in rete notizie lesive e commenti negativi su aziende, liberi professionisti e su qualsiasi altro tipo di soggetto.

Quando accade è possibile esercitare il diritto all’oblio e chiedere la rimozione notizie da Google: di cosa si tratta?

Il diritto all’oblio è sorto da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea  C-131/12 del 2014, con la quale è stata concessa la rimozione di pubblicazioni in vari ambiti, tra cui quellorimozione contenuti da google web.

Poter rimuovere un articolo dai motori di ricerca è senza dubbio una possibilità enorme che porta numerosi vantaggi in termini di web reputation.

Le agenzie che si occupano di reputazione digitale incentrano una parte della propria attività sulla creazione di contenuti che migliorano la reputazione di aziende e altri soggetti.

Questa strategia punta al posizionamento di questi articoli in prima pagina per far slittare quelli ritenuti scomodi e negativi alle pagine successive, rendendoli meno visibili.

Si tratta di una parte del lavoro, in quanto tutte i contenuti negativi non vengono eliminati ma solo messi in secondo piano.

Bisogna intervenire procedendo all’eliminazione di articoli, notizie e pagine web ritenute lesive e dannose all’immagine di un determinato soggetto. Dopodiché, bisogna completare l’operazione provvedendo alla deindicizzazione da tutti i motori di ricerca.

Per farlo è possibile rivolgersi a delle agenzie specifiche esperte nella gestione della web reputation, dotate di tutti gli strumenti necessari per monitorare la reputazione in rete e provvedere alla rimozione da Google dei contenuti negativi.

Eliminare i contenuti lesivi dalla SERP Google

Con l’introduzione dell’art. 17 del Regolamento UE 2016/679 (cd. GDPR) che apportato alcune modifiche al diritto all’oblio, è stato possibile usufruire del diritto di cancellazione  dei dati personali di un soggetto se si verificano alcune condizioni previste dalla Legge.

Tra le motivazioni c’è il trattamento illecito dei dati e la mancanza corrispondenza rispetto alla finalità per la quale erano stati richiesti e trattati.

Inizialmente, il diritto all’oblio tutelava il singolo individuo, ora si estende a tutela di tutte le persone giuridiche.

Ad esempio, nel caso di lesione alla reputazione di un’azienda tramite un articolo pubblicato sul web o su una rivista, in cui il diritto di libertà di stampa ed espressione lede l’onore e il rispetto altrui.

L’azienda può richiedere la rimozione del contenuto, in quanto non più di interesse pubblico e che produce esclusivamente una lesione all’immagine e alla dignità del soggetto, senza apportare valore aggiunto o reale utilità al lettore.

Servizio di rimozione contenuti web

Per questi motivi affidarsi a un’agenzia di rimozione contenuti web è la soluzione migliore per limitare i danni all’immagine della propria web reputation provocati da articoli lesivi.

I servizi professionali offerti hanno lo scopo di cancellare pagine e articoli dal web e deindicizzarli in modo da farli sparire completamente, in quanto non più utili al pubblico e ritenuti solo negativi per la reputazione del soggetto giuridico coinvolto.

Soffitto retroilluminato: quando conviene installarlo e perché

Il soffitto è certamente una delle parti più importanti all’interno di qualsiasi ambiente, case, uffici, centri commerciali, negozi, ecc, per questo è fondamentale prestare molta attenzione alla sua realizzazione. Quando si parla di soffitto non si parla solamente di sicurezza e stabilità, ma anche di stile, bellezza, luminosità ed è fondamentale riuscire a trovare un prodotto capace di creare un connubio perfetto di tutto ciò come il soffitto retroilluminato ad esempio. È vero che, almeno fino ad ora, i soffitti cosiddetti “tradizionali” ovvero con controsoffittatura in cartongesso, sono i più diffusi, ma è altrettanto vero che essi sono poco funzionali e impongono tempi d’attesa che possono essere proibitivi in alcune circostanze.

Cos’è il soffitto retroilluminato

Nel settore delle ristrutturazione immobiliari si parla sempre più spesso del soffitto teso, specialmente del soffitto retroilluminato, ma cosa sono? Si tratta di soffitti estremamente resistenti,

soffitto teso TensoCielo SkyDesign
soffitto teso TensoCielo SkyDesign

una soluzione innovativa che permette di donare quel tocco di modernità agli ambienti che non guasta mai. I soffitti in questione infatti possono essere istallati praticamente ovunque e non richiedono particolari lavori di manutenzione o particolari attenzioni.

Il soffitto retroilluminato è realizzato con delle particolari membrane polimeriche retroilluminate che permettono di creare ambienti davvero spettacolari con giochi di colore che nessuna vernice potrebbe mai garantire. La retroilluminazione del soffitto infatti avviene mediante un apposito e particolare impianto led (può essere istallato sia semplice, ovvero bianco, sia multicolor) capace di adattarsi praticamente ad ogni ambiente. Questa particolare tecnologia permette addirittura di proiettare sul soffitto un’immagine o un video, insomma, se si ha intenzione di modernizzare la propria casa o il proprio ufficio, il soffitto retroilluminato rappresenta sicuramente la scelta perfetta.

I vantaggi del soffitto retroilluminato

L’istallazione di questo particolare soffitto assicura moltissimi vantaggi, innanzitutto, quello di poter ostentare alla clientela oppure agli invitati, un’atmosfera che pochissimi ambienti vantano. Il soffitto retroilluminato inoltre permette anche una notevole personalizzazione dell’ambiente, grazie all’impianto led infatti è possibile cambiare il colore delle luci a seconda delle circostanze e delle occasioni.

Se ad esempio si sta festeggiando il conseguimento della laurea di un amico o di un parente, è possibile creare una stupenda atmosfera selezionando la luce rossa. Un altro vantaggio importante è l’estrema resistenza di questi prodotti, nonostante siano retroilluminati, questi particolari soffitti riescono ad sopportare l’umidità, gli urti, l’acqua, la polvere ecc. Dulcis in fundo, è necessario annoverare tra i vantaggi anche l’estrema velocità di istallazione, il soffitto retroilluminato infatti viene istallato stesso in giornata, senza dover attendere i lunghi tempi richiesti dai classici lavori di muratura.

Placche e interruttori, non solo illuminazione ma anche design

 

Probabilmente le placche e gli interruttori sono l’ultima scelta quando si progetta una casa. Eppure rappresentano una scelta molto importante in quanto il loro aspetto ha un’influenza non solo sulla funzionalità, ma anche sul design. Andiamo a scoprire perché sono cosi importanti.

Perché è importante scegliere placche ed interruttori giusti

Placche e  interruttori non sono tutti uguali: differiscono per funzioni, forma, materiale, colore. Oggi, rispetto al passato, si può scegliere tra una vastissima gamma di prodotti che possono semplificarci la vita e anche arredare la nostra casa.

Scegliere le placche

La scelta delle placche degli interruttori non  riguarda dunque solo l’ambito elettrico ma anche quello di design. La placca giusta fa sicuramente la differenza anche in termini estetici.interruttori

Gli ambienti più moderni dove predomina la domotica sono sicuramente quelli adatti per accogliere le placche touch. Si tratta di soluzioni all’avanguardia adatte per le case smart. Si accendono solo sfiorandole. Tra le soluzioni touch ci sono tantissimi modelli, ognuno per soddisfare specifiche esigenze di arredo.

Le placche tradizionali si sono anch’esse evolute e oggi se ne trovano modelli realizzati in un’ampia gamma di forme, materiali e colori. Si può optare per placche raso muro, per placche a rilievo, per placche ad incasso.

Scegliere gli interruttori in base a funzioni e stanza

Gli interruttori possono davvero fare la differenza e arredare la nostra casa. Non sono tutti uguali. A seconda del  risultato che si vuole ottenere e del tipo di apparecchio collegato alla singola presa, si può  distinguere tra interruttori unipolari e bipolari, e poi tra pulsanti, deviatori ed invertitori.

Solitamente sono unipolari tutti gli interruttori che comandano accensione e spegnimento delle luci, mentre sono bipolari i comandi di quei carichi elettrici critici e per i quali è quindi preferibile disporre di un meccanismo di interruzione certo e dedicato.

Per accendere e spegnere una luce da due o più postazioni si può ricorrere a dei deviatori  o a degli invertitori. Nella scelta di placche ed interruttori è importante, oltre che lo stile della casa, l”ambiente dove gli interruttori andranno installati. Ad esempio per le camerette dei bambini si può optare per un interruttore dimmer che, funziona anche da luce di cortesia. Si potrà quindi regolare l’intensità della luce e anche fare in modo che la stanza non resti mai completamente al buio.

La scelta degli interruttori è talmente vasta che sicuramente ogni esigenza avrà tantissime possibilità tra le quali scegliere.

Guida alla scelta per l’illuminazione per gli interni

L’illuminazione fa parte dell’arredamento della casa. Per questo motivo è importante porre una particolare attenzione nella scelta degli elementi per illuminazione per gli interni. E non si tratta di una scelta facile poiché deve tenere presenti tutta una serie di fattori. Vediamo allora come scegliere l’illuminazione per gli interni.

Come scegliere l’illuminazione per interni

Sono sostanzialmente 3 i fattori da tenere presente nella scelta, ossia:

  • tipologie di illuminazione in base alle stanze
  • modelli di lampade in base alla tipologia di illuminazione che serve
  • stile degli elementi di illuminazione

 

 Come deve essere l’illuminazione per gli interni

Prima di capire cosa ci piace è importante capire di cosa abbiamo bisogno. Ed in tema di illuminazione occorre regolarsi tenendo in considerazione le diverse zone della casa, ognuna delle quali ha illuminazione internispecifiche esigenze. Ogni ambiente della nostra casa necessita di un particolare tipo di illuminazione.

  • Zona living: le case moderne hanno generalmente un unico ambiente che comprende soggiorno e cucina e che viene chiamato zona living. Si tratta solitamente di ambienti di dimensioni piuttosto ampi che hanno quindi bisogno di diversi tipi di illuminazione: zona pranzo, zona cottura, zona tv. Come fare per integrare tutto affinché nessun tipo di lampada stoni? Scegliendo sistemi di illuminazione che si integrano perfettamente, optando per punti luce a parete, lampade a terra, faretti, lampadari a sospensione sopra il tavolo da pranzo.
  • Sala da pranzo: la zona pranzo appena citata necessita di un’adeguata illuminazione. Si tratta di una zona dove è quasi obbligata la scelta verso un’ illuminazione diffusa, portata da una lampada a soffitto. Molto importante la considerazione delle distanze tra lampada e tavolo da pranzo che non devono mai essere inferiori ai 70 -90 centimetri.
  • Cucina: il cuore della casa, un luogo dove è importante coniugare funzionalità ed estetica. Molto di moda, soprattutto per le cucine moderne, i faretti orientabili, che offrono il vantaggio di avere il fascio di luce direzionabile che assicura l’adeguato apporto di luce proprio dove occorre.
  • Camera da letto: la stanza da letto deve essere all’insegna del relax, anche per quel che riguarda le luci. Quindi è una zona dove devono essere evitate le luci forti e preferite le luci soffuse e calde. Si tratta di una stanza che necessita comunque di un’adeguata illuminazione, soprattutto in alcune zone: zona armadi, e comodino. Oltre alla classica plafoniera da soffitto, si può integrare con luci al led nella zona armadi e lampada da comodino sono le scelte più diffuse ma si può optare anche per faretti da lettura.
  • Bagno: il bagno ha bisogno di un’illuminazione generale, e di un supplemento nella zona lavabo per la quale, ultimamente, sono molto in voga le lampade a led incassate nello specchio sopra il lavabo.

Tipologie di lampade da interni

Ora che abbiamo visto cosa occorre, vediamo come trovare i diversi elementi che possono illuminare adeguatamente la nostra casa. Sono talmente tante le tipologie di lampade da interno che destreggiarsi nella scelta non è certo facile. Meglio partire con le idee chiare, vediamo quindi quali sono le tipologie di lampade da interni.

Le lampade per interni possono essere cosi suddivise:

  • Lampade a parete: si tratta di lampade idonee per un’illuminazione diffusa di alcune specifiche aree: corridoi oppure per integrare altri elementi  illuminanti;
  • Lampade a sospensione: sono perfette per gli ambienti ampi: altamente decorative sono particolarmente adatte sopra i tavoli, sopra le isole, sopra le penisole;
  • Plafoniere: hanno il vantaggio di essere poco ingombranti e compatte e rappresentano la scelta ideale per l’illuminazione di stanze con soffitti bassi o spazi ridotti. Sono perfette come illuminazione generale in quanto creano una luce diffusa e potente, che varia anche in  base alla potenza del LED integrato o al numero di lampadine che possono montare. Sono inoltre sono facili pulire;
  • Lampade da terra: si tratta di importanti alleate delle zone living in particolare della zona divano, arredano e fanno luce al bisogno;
  • Lampade per bagno: se serve una luce diffusa per tutta la stanza o una luce direzionale per lo specchio, è bene evidenziare che le lampade per il bagno devono soddisfare determinati requisiti di sicurezza come l’ indice di protezione IP e la classe di resistenza.
  • Lampade da tavolo: possono essere impiegate sia come complemento d’arredo che come corpo illuminante e sono perfette sia per la zona living che per la zona notte;
  • Lampade da incasso: si tratta di una tipologia di illuminazione largamente usata sia nelle zone di servizio come corridoi, scale etc. sia integrazione di  illuminazione della zona living o della cucina. Rientrano in questa  categoria anche i faretti regolabili, particolarmente sfruttati   in cucina, dove c’è necessità di un tipo di illuminazione direzionata soprattutto in alcune zone;
  • Strisce a LED: questo genere di illuminazione è perfetta come illuminazione complementare sia nella zona giorno che nella zona notte, dove è necessario avere una luce più intensa. Grazie alle luci LED si può creare un’illuminazione decorativa in alcuni punti o di illuminare tutta una stanza. Inoltre permettono un notevole risparmio sui consumi elettrici e durano a lungo.

Illuminazione interni: le tendenze

Una volta appurato che tipo di illuminazione serve per ogni stanza e che tipo di lampada è più idonea alla funzione, ecco che si può passare alla scelta della lampada stessa anche seguendo quelle che sono le ultime tendenze. Esattamente come succede per l’arredamento, anche l’illuminazione per interni varia in base alle tendenze. Forme pulite ed essenziali sono indubbiamente le tendenze più in voga, ma la scelta deve essere fatta anche seguendo lo stile del nostro ambiente (minimal, classico, rétro, contemporaneo, urban).

Placche

Le Placche rivestono grande importanza nello stile dell’illuminazione, ne fanno parte integrante. Oggi sul mercato sono presenti  prese ed interruttori di design che vantano forme,  colori,  e modelli diversi atti a soddisfare tutte le esigenze, come quelli di Vimar Arke. Si può scegliere tra interruttori luce filo muro, a scomparsa e touch. Si può scegliere un colore in tinta con le pareti, con l’arredamento, oppure a contrasto.

Concludendo, la corretta scelta dell’illuminazione per interni è fondamentale per il comfort, per l’atmosfera, per la funzionalità.

Campi di impiego dei pannelli sandwich

I pannelli sandwich sono cosi chiamati perché nella forma ricordano esattamente un sandwich. Li sentiamo spesso abbinati alla parola “copertura” Vediamo cosa sono i pannelli sandwich per la copertura,  a cosa servono ed i loro campi di impiego.

Cosa sono i pannelli sandwich

Li chiamiamo pannelli sandwich per il loro aspetto che ricorda un sandwich ma in realtà sono pannelli isolanti, pannelli coibentati che vengono usati per garantire un perfetto isolamento termico (e acustico) ad un ambiente, quindi si usano per isolare i tetti, per isolare le pareti e per isolare i pavimenti.

Come sono fatti i pannelli sandwich

È facile capire come sia strutturato un pannello sandwich: da due lastre interposte da materiale isolante, ossia due strati che al loro interno ne contengono un altro elemento che, se nel pannelli sandwichsandwich è chiamato farcitura o ripieno, nei pannelli è  denominato anima.

Questa composizione conferisce al pannello un comportamento statico che vanta proprietà che  le singole parti che la formano, prese da sole, non hanno.

Per fare in modo che  prestazioni meccaniche che durata dei pannelli siano ottimali è fondamentale la qualità dei materiali usati per la loro realizzazione.

Punti di forza  dei pannelli sandwich

Perché usare i pannelli sandwich? Semplice per ottimizzare gli ambienti. Una casa isolata termicamente ha palesi  vantaggi in più rispetto ad una casa che non lo è . Le case isolate termicamente non solo sono più confortevoli, ma garantiscono un risparmio energetico ed economico, ed hanno un valore di mercato superiore.

Quindi un vantaggio legato al  benessere conferito dal  tepore invernale e dal  fresco estivo, ma anche un vantaggio economico conferito dalla riduzione al minimo della dispersione termica.

Caratteristiche dei pannelli sandwich

I pannelli sandwich vantano caratteristiche vantaggiose, caratteristiche che giustificano appieno il largo impiego, ecco quali sono

  • Il basso costo
  • La leggerezza e la conseguente facilità di trasporto
  • L’elevata resistenza ad usura e ad agenti atmosferici
  • La facilita e la rapidità di montaggio
  • Le particolari caratteristiche meccaniche che garantiscono resistenza a sollecitazioni e sforzi
  • L’impermeabilità
  • L’ottimo isolamento termico ed acustico
  • La lunga durata nel tempo
  • La possibilità di realizzare la copertura su materiali già esistenti o ex-novo
  • La versatilità di produzione che consente la realizzazione di coperture che hanno ogni tipo di forma: curva, inclinata, piana, ecc.
  • L’elevato impatto estetico conferito dai materiali di rivestimento in grado di simulare diversi effetti (pietra, legno, lamiera, ecc).

Quando si usano i pannelli sandwich

Viste le caratteristiche, le peculiarità ed i tanti vantaggi dei pannelli sandwich, non ci si stupisce dei  molteplici loro capi di impiego,  ma il principale è soprattutto  quello che riguarda le coperture per tetti.

I pannelli sandwich rappresentano un’ alternativa ai pannelli tradizionali rispetto ai quali  presentano grandi vantaggi.

I pannelli sandwich sono largamente impiegati  nella realizzazione di coperture di tetti, si parla infatti di pannelli sandwich copertura, per isolare le pareti interne ed esterne, isolare i  pavimenti di edifici privati, commerciali ed industriali.

I pannelli sandwich copertura garantiscono un elevato isolamento termico ed acustico, possiedono un’elevata resistenza meccanica alle sollecitazioni, sono molto facili da lavorare, sono da trasportare e anche da posare in opera.

I tanti usi del policarbonato trasparente

Il policarbonato è un materiale legato al risparmio energetico, si trova nelle nostre case, nei mezzi di trasporto, in svariati oggetti di uso comune.

È venduto sotto forma di lastre o di pannelli. Si tratta di un polimero che si ottiene dall’acido carbonico.polycarbonate-779678_1920 Vanta delle caratteristiche che lo rendono un prodotto estremamente adattabile e versatile.

Tra i vantaggi del policarbonato troviamo la resistenza meccanica, la leggerezza, la resistenza termica, la capacità di sostenere carichi pesanti e di resistere agli urti, l’elevata lavorabilità e l’ottima trasportabilità.

Queste caratteristiche rendono il policarbonato un materiale idoneo per essere impiegato in molteplici settori anche molto diversi tra loro: dall’ottica, all’aeronautica passando per il settore edile a quello dei trasporti, a quello dell’elettronica.

Tipi di policarbonato

Il policarbonato è disponibile in due tipologie: compatto ed alveolare. La principale differenza tra i due tipi di policarbonato, è che quello compatto è più trasparente rispetto al policarbonato alveolare.

Policarbonato alveolare

Il policarbonato alveolare ha, come suggerisce il nome, una struttura particolare “ad alveoli”, viene usato soprattutto per realizzare coperture e tettoie. Si tratta della tipologia più adatta per eseguire la lavorazione con curvatura a freddo, atta ad aumentare la rigidità gli alveoli e rendere il materiale pronto per realizzare coperture ad uso domestico ed industriale.

Il Policarbonato alveolare vanta un’ottima resistenza agli urti, agli agenti atmosferici, richiede una facile manutenzione e pulizia.

Policarbonato compatto

Il policarbonato compatto (PCC), è la tipologia di policarbonato che vanta le migliori caratteristiche di trasparenza e di resistenza: risulta essere la materia plastica più resistente a graffi e urti, possiede un’elasticità superiore alle altre materie plastiche.

Si può trovare in diversi spessori, formati e colori. Presenta anche il vantaggio di ingiallire meno rispetto alle altre materie plastiche. Molto vantaggioso il fatto che questo tipo di policarbonato richiede una lavorazione semplificata, si può infatti curvare a freddo vista la grande malleabilità. Quindi viene impiegato per la realizzazione di pensiline, di coperture e di tettoie.

È considerato dall’industria aereo spaziale il miglior materiale da usare all’interno degli aerei, per i ridurre il loro peso senza intaccare la sicurezza. Grazie all’eccellente trasmissione luminosa e la protezione contro gli UV, il policarbonato compatto risulta adatto per realizzare binari, parti di sedili e lenti. Inoltre, ha un bassissimo livello di tossicità e rientra nei requisiti di tossicità previsti dalle compagnie aeree.

Utilizzi del bicarbonato

Il policarbonato si rivela il materiale perfetto per la realizzazione di pannelli, di coperture, di allestimenti otudoor e indoor, di mobili, di pensiline, di tettoie etc etc.

Una delle peculiarità del policarbonato è la sua trasparenza. Il policarbonato trasparente è ideale per la realizzazione di finestrature, di coperture per terrazzi e verande, ed ovunque occorra filtrare la luce. Proprio per la sua trasparenza il policarbonato si rivela un ottimo sostituto del vetro. Un materiale resistente, facile da lavorare, facile da trasportare e altamente resistente.

Bagni chimici nei cantieri edili, perché sono utili?

I bagni chimici rappresentano una validissima alternativa al bagno tradizionale. Consentono di avere un bagno a tutti gli effetti anche laddove non sia possibile procedere con l’allacciamento fognario. Ilbagni chimici ecotaurus bagno chimico è infatti un dispositivo sanitario che non è collegato al sistema fognario, ma che sfrutta gli agenti chimici, come idrossido di sodio e formaldeide, per la disinfettatura del vaso.

L’installazione dei bagni chimici si rivela utile e necessaria in tantissime situazioni: in situazioni provvisorie e precarie, ma anche in occasioni speciali ed insolite come in aereo, in treno, in camper o nelle situazioni di precarietà come nei campeggi, nei cantieri di lavoro, negli stabilimenti balneari, durante le manifestazioni o durante le feste private.

I bagni chimici nei cantieri edili

Nei cantieri di lavoro, i bagni chimici non solo sono utili e necessari ma sono anche obbligatori. Per queste occasioni rappresentano la soluzione più pratica ed economica, dato che non hanno bisogno di allacciamenti idrici e fognari, e visto che possono essere installati ovunque e hanno una gestione molto semplice.

È il datore di lavoro il responsabile dell’installazione del bagno chimico nel cantiere, nel momento in cui apre un cantiere edile ha l’obbligo di installare bagni chimici idonei, che rispettino le esigenze dei lavoratori e tutte le norme igieniche.

Quindi in un cantiere edile è obbligatorio installare dei bagni chimici che devono rispondere a normative ben precise. Vediamole.

Le normative europee sui bagni chimici in cantiere

La normativa UNI EN 16194 detta le regole relative all’installazione dei bagni chimici, sancendo   che in un cantiere edile è indispensabile l’installazione di un bagno chimico ogni 10 lavoratori. Il numero minimo dipende quindi dal numero degli utilizzatori, tra gli addetti al cantiere e   subappaltatori.

I bagni chimici devono essere posizionati ad una distanza massima di 100 metri da ogni postazione lavorativa e, nei casi di cantiere a più piani, vige l’obbligatorietà della presenza di un bagno chimico ogni due piani.

Requisiti dei bagni chimici in cantiere

Nel cantiere edile ogni bagno chimico deve rispettare precise dimensioni che vanno da un minimo di 1 metro quadro per un’altezza di 2 metri. L’areazione deve essere buona e deve essere presente una porta con l’apposito indicatore di occupato.

Altri requisiti minimi da rispettare sono:

  1. La presenza di superfici esterne disponibili all’affissione di segnali
  2. Interni sufficientemente illuminati
  3. Rispetto della privacy (chi è in bagno non deve essere visto)
  4. Meccanismo di apertura e chiusura manuale dall’interno e dall’esterno
  5. Adeguata ventilazione
  6. Presenza di un gancio appendiabiti all’interno del bagno;
  7. Sufficiente quantità di carta igienica;
  8. Realizzazione con materiali come la plastica e materiali refrattari alle polveri, facili da pulire;
  9. Presenza di un cestino per i rifiuti;
  10. Presenza di una tavoletta per wc che permetta una posizione accovacciata;
  11. Il serbatoio deve avere un sistema di ventilazione con sfiato esterno che sia a caduta, a ricircolo con scarico realizzato con pompa a mano o a pedale, ad acqua pulita con scarico a mano o a pedale.
  12. Presenza di un lavamani, di uno specchio, di un erogatore di sapone e di carta asciugamani.

Il non rispetto delle normative relativa ai bagni chimici in cantiere sono sanzionabili con una multa che va dai 500 ai 2000 euro.

Covid-19 e bambini, come riconoscere i sintomi?

Covid-19 e bambini, come riconoscere i sintomi della malattia? Come riuscire a distinguerli dall’influenza o da un banale raffreddamento? Sappiamo che con la stagione autunnale, i bambini tendono ad ammalarsi più frequentemente. Uno dei luoghi dove l’influenza stagionale colpisce maggiormente sono le scuole, dove i piccoli passano molto tempo insieme.

Per questo motivo c’è molta preoccupazione da parte dei genitori che vivono nel terrore che i propri figli, vivendo quotidianamente la realtà scolastica, possano ammalarsi di covid-19.girl-5760039_1920

Riuscire a riconoscere i sintomi del covid-19 e distinguerli dall’influenza è difficile, soprattutto perché la sintomatologia è molto simile, almeno all’apparenza. Fortunatamente, qualche sottile differenza clinica esiste.

Attualmente, sono davvero scarsi i dati pediatrici per ciò che riguarda il covid-19, alcuni dati evidenziano come i più piccoli potrebbero avere meno possibilità di contrarre il virus, ma anche che, in caso di infezione, sono richieste meno ospedalizzazioni rispetto agli adulti.

Alcuni studi hanno dimostrato come i bambini e i ragazzi si ammalano meno rispetto agli adulti, ma al contempo, come nella loro cavità nasofaringea ci sia una carica virale uguale o superiore che contribuisce alla diffusione del virus nelle famiglie e nella comunità.

La maggior parte dei bambini e ragazzi affetti da covid-19 sono asintomatici e questo crea una maggiore fonte di contagiosità che può sfuggire.

L’apertura delle scuole ha dimostrato come la diffusione tra bambini e ragazzi asintomatici sia un fatto concreto, diversi istituti hanno chiuso già a inizio ottobre, alcune regioni come la Campania, sono intervenute chiudendo tutte le scuole di ogni ordine e grado e il Governo stesso ha deciso di lasciare la didattica in presenza solo negli asili nido e nella prima elementare.

In questo periodo, si sta pensando a una riapertura totale ma non prima di aver effettuato uno screening con il test rapido sars-cov 2, per cercare di individuare i bambini e i ragazzi positivi asintomatici.

Riconoscere e distinguere i sintomi nei bambini

Le caratteristiche comuni tra influenza e Covid come la modalità e facilità di trasmissione, nonché i sintomi simili, possono rendere difficoltoso capire se un bambino è affetto da banale influenza o da Covid-19.

I sintomi comuni tra le due malattie sono:

  • disturbi gastrointestinali
  • mal di testa
  • congestione nasale
  • rinorrea
  • mal di gola.

Nel Covid-19 sono molto più evidenti i seguenti sintomi:

  • febbre alta
  • affaticamento (dolori muscolari)
  • tosse secca particolarmente aggressiva.

I segni più evidenti e distintivi del Covid-19 sono:

  • Perdita di olfatto e gusto
  • Sintomatologia respiratoria (“respiro corto”)

Lo studio del Children’s National Hospital

I pediatri del Children’s National Hospital di Washington hanno effettuato uno studio sui bambini affetti da covid-19 e quelli colpiti da influenza di tipo A e B.

Sono stati presi in esame 315 bambini di 8 anni ai quali è stato diagnostico il covid tra marzo e maggio 2020 1.402 bambini di 3 anni, che hanno avuto l’influenza di tipo A e B tra il 1°ottobre 2019 e il 6 giugno 2020.

Dai risultati emersi pare non ci siano grandi differenze per quei casi in cui è stato necessario il ricovero o la terapia intensiva, mentre, tra le due malattie ci sono differenze più marcate per ciò che riguarda i sintomi.

I bambini positivi al Covid-19 con sintomi hanno di più:

  • febbre (che sale in 3 su 4, contro la metà degli altri);
  • mal di testa (11 e 9%);
  • dolore a muscoli e arti (il 22% dei colpiti da Sars-CoV 2, contro il 7% di chi ha un’influenza);
  • dolore al petto (11% e 3%, rispettivamente);
  • diarrea o il vomito (26% negli affetti Covid, contro il 12% degli altri).